Nobile Città degli Abruzzi, di antiche tradizioni patriottiche, sopportava coraggiosamente, in occasione dell’ultimo conflitto, spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la perdita di 1314 dei suoi figli e la distruzione della maggior parte del suo patrimonio monumentale e edilizio. Con fierissimo contegno resisteva intrepida ai soprusi degli invasori in armi, mai piegando nella sua purissima fede in un’Italia migliore, libera e democratica. Si prodigava con cuore di madre nel soccorso dei feriti e dei sofferenti affermando, negli orrori della guerra, il più alto spirito di solidarietà umana.
— settembre 1943-giugno 1944.
Il 28 dicembre è una data molto importante per la nostra città. Sapete perché?
É l’alba. Ortona si sveglia nel silenzio. Sono stati giorni difficili: combattimenti e bombardamenti sono stati lo scenario comune nella città. È il 28 dicembre 1943.
Le pattuglie dei Canadesi ispezionano la zona che va piazza San Tommaso fino a piazza del Castello, dove il radiotelegrafo annuncia che la città è completamente liberata dai tedeschi.
Finisce così la battaglia di Ortona, una delle più cruente della campagna d’Italia che provocò centinaia di morti e la distruzione della maggior parte del suo patrimonio edilizio e monumentale.
Tanto cruenta da far acquisire alla nostra città l’appellativo di Piccola Stalingrado d’Italia e da essere insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Approfondimento: Muba – Museo della Battaglia di Ortona